Fermata #118 - Una nuova società
Le implicazioni sugli sviluppi della società che la diffusione di Bitcoin può avere, spiegate dal libro di Valerio Dalla Costa: Villaggio Bitcoin
Libro: Villaggio Bitcoin, l’alba di una nuova società basata su una moneta sana e onesta
Autore: Valerio Dalla Costa
Editore: Pubblicazione indipendente
Anno di pubblicazione: 2022
Bitcoin porta con sé delle forti e profonde implicazioni sociali, politiche e filosofiche, che potrebbero potenzialmente rovesciare il nostro uso comune di convivere e di relazionarci.
Possiamo provare a sintetizzare una di queste filosofie generali che sottintendono questo cambiamento con il principio di non aggressione. Con questo intendiamo un'etica di fondo, una filosofia di base ed un principio generale che questa tecnologia trascina con sé, implicitamente, nella sua inesorabile diffusione in tutti gli ambiti della nostra società.
Proviamo a schematizzare questo principio individuando i seguenti temi principali:
Tecnologia opt-in
Una moneta etica e inclusiva
Il miglior voto contro le guerre
Denaro e preferenza temporale
Privacy e libertà
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Tecnologia opt-it
La scelta di utilizzare o meno Bitcoin risulta libera. Si tratta di uno strumento che non richiede alcun requisito di accesso. Non vi sono iscrizioni da formalizzare e non sono previsti dati personali da fornire a qualche entità, oltre che nessun obbligo o adempimento.
Se qualcuno non lo ritenesse utile, perché percepito come uno strumento insicuro oppure pericoloso, non vi sarebbe alcun problema: nessuno forzerebbe alcuna decisione in merito alla sua adozione. Si parla di tecnologia opt-in: l'ingresso nell'ecosistema fa riferimento a una scelta volontaria.
L'attuale sistema fiat, d'altro canto, prevede un approccio totalmente opposto. Si parla di moneta a corso legale proprio perché esiste una specifica legge che ne impone l'utilizzo ai cittadini nello Stato in cui si applica.
Bitcoin non aggredisce nessuna libertà di scelta: si possono effettuare scambi di valore in modo indipendente e senza alcun tipo di restrizione. In questo senso, Bitcoin può essere considerato come una rivoluzione pacifica, una proposta alternativa che non aggredisce la sensibilità di nessuno.
Una moneta etica e inclusiva
E’ stato stimato che oggi, sul pianeta Terra, ci siano circa 3 miliardi di persone cosiddette unbanked, vale a dire prive di alcun accesso - o con accesso limitato - ai servizi finanziari e bancari.
Molte di queste non hanno documenti, per loro è impossibile la registrazione presso un qualsiasi tipo di sportello bancario. Queste persone possono essere ostaggio di dittatori o di regimi totalitari, i quali spesso vietano l'accesso ai servizi bancari per motivi di stampo religioso, politico, razziale o ideologico. Questi individui sono esclusi dall'economia e dalla società.
Bitcoin sta offrendo una speranza concreta agli invisibili. Non ci sono requisiti di accesso. Non importa se un individuo è ricco o povero; se bello o brutto; se uomo o donna; se etero o gay; se sano o malato; se giovane o vecchio; se bianco o nero; se in possesso o sprovvisto di documenti rilasciati dal burocrate di turno; se cristiano o musulmano; se credente o ateo. Semplicemente, Bitcoin non fa distinzioni.
Per entrare a far parte dell’ecosistema Bitcoin, in qualsiasi ora della giornata per tutti i 365 giorni dell'anno, è sufficiente un semplice e accessibile dispositivo hardware, oltre che una connessione Internet.
Il miglior voto contro le guerre
In un eventuale Bitcoin standard, lo scoppio di guerre e la nascita di continui e logoranti conflitti nel mondo potrebbe diventare altamente improbabile. Si potrebbero, invece, creare le premesse per una società pacifica e basata sulla cooperazione tra popolazioni diverse.
Una campagna militare prevede costi faraonici: in termini di morti per la popolazione, di militari che abbandonano il lavoro per andare al fronte, di feriti, di spese mediche, di rifornimenti di armamenti, di flotte di aerei e mezzi di trasporto, di formazione e addestramenti.
Per finanziare l'intervento bellico, una prima idea è quella che prevede l'introduzione di nuove imposte dirette. Prelevando le risorse direttamente dalle tasche dei cittadini, in poco tempo si potrebbero reperire tutti i fondi necessari. Questa soluzione, tuttavia, è talmente invasiva ed aggressiva verso la popolazione che molto raramente si è dimostrata efficace. A parte i regimi dittatoriali, dove forzatamente si possono prelevare le risorse dei cittadini, in un qualsiasi altro Paese, anche solo all'apparenza democratico, non appena si vociferasse l'idea di un'ennesima tassa, i governi si troverebbero di fronte a resistenze di ogni tipo: proteste, manifestazioni, cortei, polemiche.
Esiste però un'altra modalità per ottenere finanziamenti bellici a spese della collettività. Il reperimento delle risorse avviene in maniera indiretta. Questa alternativa richiede un solo unico requisito per essere messa in atto: è necessario detenere il monopolio della moneta. Nello specifico, avviene stampando nuova valuta dal nulla. Facile, vero?
Alcune delle terribili e devastanti guerre a cui abbiamo assistito durante il secolo scorso sono state rese possibili grazie ai finanziamenti derivanti dalla stampa di nuovo denaro non coperto da riserve auree. Così facendo, gli Stati coinvolti hanno potuto facilmente appropriarsi delle ricchezze dei cittadini, svilendo e svalutando indirettamente i loro risparmi. In poche parole, le guerre possono essere finanziate dall’inflazione.
Qualora fossimo in un Bitcoin standard, questa seconda via non sarebbe possibile: il protocollo non consente di generare nuove unità. Ci potranno essere al massimo 21 milioni di bitcoin nel mondo, non uno di più. Ogni singolo satoshi è tracciato e visibile a chiunque sul registro pubblico delle transazioni, la blockchain.
Essendo il sistema volutamente decentralizzato, nessun presidente imperialista, banchiere o dittatore avrebbe la possibilità di creare arbitrariamente nuove unità di denaro.
Denaro e preferenza temporale
Con la fine dell’epoca dell’inflazione cessa anche l’incentivo a spendere subito i risparmi per inseguire capricci personali. Subentra la convenienza a spendere in modo ponderato e oculato e solamente in caso di reale necessità. Viene stimolata una corretta e sana gestione delle risorse, evitando sprechi, pianificando investimenti mirati e basati su solide premesse.
Non diviene più necessario, in altri termini, ricercare sommariamente e frettolosamente investimenti rischiosi e azzardati solo per non vedere i propri risparmi svilire. Con una moneta forte, in assenza di reali e giustificate opportunità di investimento, viene incentivato il risparmio, che successivamente potrà garantire le coperture e le risorse necessarie per futuri investimenti solidi e mirati.
Oppure semplicemente per gestire eventuali emergenze ed imprevisti.
Pensiamo, ad esempio, al caso della pandemia Covid-19, che con il lockdown imposto dai governi ha causato il fallimento di molte imprese e mandato sul lastrico (anche psicologicamente) famiglie e lavoratori in tutto il mondo.
È stato stimato che negli Stati Uniti d'America il 78% dei cittadini vive paycheck by paycheck, ovvero vive ogni mese di stipendio in stipendio per sbarcare il lunario. Senza risparmi oggi basta un semplice imprevisto per mandare in crisi milioni e milioni di nuclei familiari. In definitiva, l'adozione di una moneta sana e onesta come bitcoin può risultare decisiva nell'ottica di allineare gli incentivi delle persone verso una bassa preferenza temporale.
Privacy e libertà
Spesso l'opinione comune è che, tutto sommato, il fatto che le grandi aziende e le istituzioni registrino le nostre conversazioni o cronologie di navigazione sul web, o più in generale conoscano la nostra vita privata, non costituisca un grande problema. Tanto - si afferma pigramente - in fin dei conti «non abbiamo nulla da nascondere».
Affermare che non siamo interessati al diritto alla privacy perché non abbiamo nulla da nascondere, è un po' come dire che non siamo interessati alla libertà di parola perché non abbiamo nulla da dire.
Edward Snowden
Oggi è considerato trasversalmente normale che gli Stati debbano monitorare, tracciare e controllare non solo i possedimenti di ognuno di noi, ma anche, tramite i circuiti bancari, tutti i pagamenti che processiamo giorno per giorno.
L'unico modo per le persone di gestire i propri fondi - prima di Bitcoin - era ricorrere ai servizi bancari. Soluzione che non tutela affatto il diritto alla privacy finanziaria: a questi enti dobbiamo dichiarare, fin dall'inizio dell'apertura di un conto corrente, tutti i nostri dati più sensibili.
Si potrebbe replicare che per banche e governi vige comunque l’obbligo di riservatezza delle informazioni relative agli utenti che trattano.
Vero. Troppo spesso, tuttavia, abbiamo assistito a episodi di hacking di questi enti centralizzati, oppure leak di grandi quantità di dati sensibili per colpa di qualche errore o di qualche funzionario corrotto o disonesto, oppure la condivisione di informazioni con altri enti per fini commerciali, o la cessione di dati e informazioni private a enti governativi o di vigilanza per accertamenti o per vari e ridicoli pretesti. La privacy, in questo modo, non viene tutelata e garantita: risulta affidata a pochi e potenti enti fiduciari, dietro la sola promessa che questi ne facciano buon uso.
Bitcoin nasce soprattutto per questo: da una parte come uno strumento di libertà e di difesa della privacy degli individui, dall'altra come sistema anticensura per impedire che il progetto possa essere fermato dal prepotente di turno.