Fermata #164 - Censura politica e ruolo di Bitcoin: da idea a necessità
In India vengono congelati i conti del principale partito d'opposizione. Non è il primo caso. Bitcoin emerge come alternativa per salvaguardare i propri fondi per ONG e formazioni politiche
Tutti i nostri conti bancari sono stati congelati. Non possiamo svolgere il nostro lavoro in vista della campagna elettorale. Non possiamo sostenere i nostri lavoratori e i nostri candidati. I nostri leader non possono viaggiare da una parte all'altra del Paese. Non possiamo pubblicare i nostri annunci. Tutto questo avviene a due mesi dalla campagna elettorale.
A scrivere queste parole è l’account Twitter ufficiale di Congress, uno dei due maggiori partiti indiani insieme a Bharatiya Janata. In questo momento Congress è la principale voce d’opposizione del Paese e si sta trovando a dover fronteggiare un’emergenza inaspettata: l’incapacità di muovere denaro da un momento all’altro.
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Nel video pubblicato all’interno dello stesso tweet parla Rahul Gandhi, ex leader del partito:
In questo Paese ci sono istituzioni che dovrebbero proteggere il framework democratico e c’è una Commissione per le Elezioni, ma nessuno sta dicendo nulla. Non possiamo acquistare slot per la pubblicità per la nostra campagna, non possiamo pagare gli annunci sui giornali: che sorta di democrazia è questa? Questa è un’azione criminale ed è un’azione criminale del Primo Ministro. L’idea che l’India sia una democrazia è bugiarda.
Il 20% degli indiani vota per noi e noi non possiamo pagare nulla. State tutti venendo derubati del vostro asset più importante, state venendo derubati della Costituzione.
Il Bharatiya Janata, partito attualmente al potere, ha respinto le accuse, sostenendo che i conti di Congress siano stati congelati per non aver presentato la dichiarazione dei redditi per le donazioni ricevute nell’anno fiscale 2017-18, perdendo così l'esenzione fiscale disponibile per i partiti politici. Curioso, tuttavia, che la sanzione si manifesti solo nel 2024 a poche settimane dalla campagna elettorale.
Il tesoriere del Congress, Ajay Maken, ha dichiarato in un comunicato che il partito ha ricevuto 1,9 miliardi di rupie ($24 milioni) in donazioni nel 2017-18. Il 13 febbraio le autorità fiscali hanno imposto un vincolo di 2,1 miliardi di rupie ($25 milioni) e confiscato 1,1 miliardi di rupie ($14 milioni) sigillando di fatto i conti bancari del partito. A inizio aprile sarà la Corte Suprema indiana a prendere in mano la vicenda.
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Una pratica consolidata
Censura perpetrata con un pretesto o sanzione giustificata da gravi violazioni?
Le prossime settimane ci diranno quale sia la verità che si nasconde dietro all’episodio indiano, ma la pratica di silenziare l’opposizione tramite l’arma della finanza tradizionale non costituisce di certo una novità.
Nell'ultimo decennio sono stati diversi i casi in cui i governi hanno preso di mira i partiti di opposizione e le loro risorse finanziarie, spesso portando ad accuse di repressione politica e di indebolimento dei principi democratici. Tali episodi comportano tipicamente il congelamento di conti bancari, contestazioni legali e altre sanzioni finanziarie, che possono avere un forte impatto sulla capacità di un partito di opposizione di operare, fare campagna elettorale e sostenere le proprie attività politiche.
Turchia
A gennaio 2023, pochi mesi prima delle elezioni nazionali, la Corte costituzionale della Turchia ha temporaneamente congelato i conti bancari del partito di opposizione filo-curdo HDP (People's Democracy Party) per accuse di utilizzo improprio dei finanziamenti del tesoro “a sostegno di attività terroristiche”. Il partito ha condannato il provvedimento come strumentalizzazione elettorale da parte del governo.
E’ dal 2015 che i vari governi turchi, sempre guidati da Recep Tayyip Erdoğan, hanno avviato un giro di vite sull'HDP destituendo 50 sindaci, arrestando diversi parlamentari e più di 7.000 membri del partito con l'accusa di terrorismo.
Malaysia
Lo scorso febbraio la Commissione anti-corruzione della Malesia ha congelato i conti bancari del partito di opposizione Bersatu nell'ambito di un'indagine sulla presunta appropriazione indebita di $70 milioni destinati ai pacchetti di stimolo finanziario contro il Covid. Il partito ha reagito puntando il dito contro il governo.
Il leader Hamzah ha accusato l’esecutivo di stare “sfruttando la Commissione anti-corruzione per raggiungere i propri obiettivi politici, uccidendo la credibilità di Bersatu”.
Uganda
Nel 2020 il governo dell’Uganda ha bloccato i conti di quattro ONG impegnate nella supervisione delle elezioni nel Paese. Fonti vicine alle indagini hanno poi affermato che le quattro organizzazioni erano sotto sorveglianza da tempo per i loro presunti “collegamenti con i partiti politici di opposizione”.
Sydney Asubo, direttore esecutivo della Financial Intelligence Authority, ha confermato il congelamento negando però la disponibilità a commentare l’azione.
Russia
Sempre nel 2020 anche il governo russo guidato da Vladimir Putin ha congelato tutti i conti bancari del leader dell’opposizione e dissidente politico Alexei Navalny. L’accusa: sempre la stessa: terrorismo. Oltre ai conti personali e della famiglia, il governo ha bloccato anche quelli della Fondazione Anticorruzione di Navalny.
La possibilità di un nuovo caso d’uso
Già da tempo, prima del congelamento dei fondi, il movimento di Alexei Navalny aveva dato l’esempio, provando a intraprendere una via alternativa che permettesse di emanciparsi dai punti di vulnerabilità inevitabilmente implicati dal sistema finanziario tradizionale: Bitcoin.
Dal 2016 il suo movimento anti-Cremlino aveva iniziato ad accettare Bitcoin come parte dei suoi sforzi di raccolta fondi. Le donazioni in sats sono arrivate soprattutto dopo l’arresto dell’attivista russo nel 2021. In totale la Fondazione ha gestito 658 bitcoin. “Gestito” perché l’organizzazione aveva imparato non solo ad accettare donazioni in bitcoin, ma anche a convertire in bitcoin altri tipi di donazioni per poter salvaguardare il proprio wallet da nuovi tentativi di censura finanziaria. La stima delle donazioni dirette in bitcoin è di circa il 10% della cifra complessiva.
Taiwan, Canada e Usa
Navalny e la sua fondazione non rappresentano un caso isolato. Per necessità o anche solo per finalità di marketing, altre entità politiche hanno adottato decisioni simili a quelle del dissidente russo.
In Taiwan, Hsiao Hsin-Chen, un candidato al Consiglio Comunale di Taipei per il New Power Party, ha ricevuto la prima donazione politica nel Paese in bitcoin nel settembre 2018. La donazione ammontava all’epoca a circa $325.
L’anno successivo il Partito Liberale del Canada ha permesso le donazioni in bitcoin per la prima volta, mirando ad attrarre l'interesse dei giovani elettori.
Non mancano ovviamente gli Stati Uniti, con l’indipendente Robert F. Kennedy Jr. e il repubblicano Vivek Ramaswamy che hanno annunciato l'accettazione di donazioni in bitcoin nel corso della loro campagna elettorale. Kennedy, nello specifico, è diventato il primo candidato presidenziale nella storia degli Stati Uniti ad aprirsi a questo tipo di donazioni.
Trasparenza e resistenza alla censura
Affermare che proteggersi dalla censura governativa con Bitcoin sia una tendenza in crescita per partiti e organizzazioni politiche sarebbe eccessivo. E’ però innegabile che Bitcoin possa prestarsi a questo tipo di utilizzo, specialmente in ambienti ostili. Laddove il diritto alla libertà di parola e quello alla libertà economica siano più difficili da ottenere, il possesso e la sapiente gestione delle chiavi private può risultare molto più agevole di conservare oro fisico o di aprire conti correnti offshore.
Se si tratta di un partito la gestione dei fondi può essere garantita, per esempio, da un wallet multi-sig con le varie chiavi in mano ai dirigenti. La raccolta di denaro da sostenitori ed elettori sarebbe da un lato più trasparente - grazie alla tracciabilità on-chain - e dall’altro resistente ai tentativi di congelamento coatto da parte del regime di turno.
Gli ultimi decenni hanno mostrato una tendenza alla diminuzione delle democrazie (o presunte tali) nel mondo, in favore di una crescita dei regimi autoritari. Che Bitcoin possa aiutare a rallentare questo andamento?