Fermata #53 - Tre lezioni dalla Bitcoin Amsterdam
Bitcoin Magazine ha organizzato la sua prima conferenza europea che si è svolta dal 12 al 14 ottobre nella capitale olandese. Bilancio, spunti raccolti e differenze rispetto a quanto visto a Riga
Un evento popolare in una città simbolica.
Da tempo nella comunità bitcoiner europea speravamo in un evento di settore inclusivo che affrontasse Bitcoin senza spaventare i nuovi arrivati. La conferenza tenutasi a Riga a inizio settembre - la Baltic Honeybadger -, per quanto entusiasmante per gli esperti, non poteva certo considerarsi un facile punto d’ingresso: molti interventi dedicati a privacy e tecnicismi e un noob day con interventi carichi di nozioni filosofiche ed esercizi mentali che da noob non erano affatto.
Per organizzare un evento popolare che avesse un largo richiamo mediatico fin da subito in Europa c’è voluta un’azienda già affermata americana: BTC Inc, società editrice di Bitcoin Magazine e dietro all’organizzazione della più grande conferenza mondiale, la Bitcoin Conference di Miami.
Per la sua prima volta all'interno dei confini comunitari, dal 12 al 14 ottobre, Bitcoin Magazine ha scelto Amsterdam. Simbolo europeo di libertà, dove la prostituzione è liberalizzata e le droghe leggere sono tollerate e, anche per questo, luogo oggetto di turismo proveniente da tutto il continente. Scelta ideale per parlare di uno strumento intriso di cultura libertaria.
Per Bitcoin Train e Bitcoin Magazine sono stato alla conferenza: cosa ne è risultato? Qual è il bilancio? Tre lezioni che mi sono portato a casa dalla Bitcoin Amsterdam.
1- Lightning Network: il futuro è già qui
Spesso si sottolinea come il Lightning Network, spiegato nella fermata #27, sia ancora oggi sperimentale. E’ vero, il protocollo opera solamente da quattro anni e la quantità di sviluppo che lo caratterizza è tipica delle tecnologie in fase evolutiva, ma già oggi si può dire che Lightning funziona, eccome.
Diversamente da Riga, alla Bitcoin Amsterdam era possibile acquistare qualunque cosa in bitcoin - cibo, bevande, alcolici, gadget - tramite LN. Ai commercianti presenti è stato fornito il wallet Lightning di Ibex - payment sponsor della conferenza - permettendo a tutti di scegliere se pagare in euro o in sats. Molti partecipanti utilizzavano Zeus, uno dei wallet più diffusi per collegare lo smartphone al proprio nodo Lightning, altri Blue Wallet, Muun Wallet, Wallet of Satoshi, Phoenix. Il risultato è che nei tre giorni di conferenza le compravendite in sats hanno raggiunto il valore complessivo di 1,56 bitcoin (o 156,8 milioni di satoshi) con quasi 4.000 transazioni.
Nessun inghippo. I pagamenti Lightning hanno funzionato, veloci tanto quanto quelli fatti con carta. Per gli amanti di quest’ultima, ai partecipanti è stata distribuita all’ingresso una carta prepagata in satoshi, con cui pagare contactless tramite tecnologia NFC. Sfruttare le carte per pagare sats con il LN? Si può fare.
2- Libertà e Bitcoin: strade comuni
Sebbene non siano stati fatti annunci significativi, assistendo a interventi e panel è stato possibile individuare un pattern. Bitcoin è utilizzato già da tempo come strumento di libertà: di pagamento e di parola, dalla spirale debitoria in cui viviamo, dai regimi, dagli effetti della disinformazione.
Libertà di pagamento e di parola: il primo grande player ad aver accettato bitcoin per donazioni su scala globale è stato, nel 2011, WikiLeaks. Il sito tramite cui il giornalista australiano Julian Assange ha rivelato, tra migliaia di altri documenti, crimini di guerra commessi da militari statunitensi in Iraq nel 2010. Tristemente noto, in questo senso, il video in cui soldati americani uccidono civili senza farsi problemi. Oggi Assange rischia concretamente l’estradizione negli Usa dopo anni di fango mediatico, processi farsa e detenzione disumana.
All’epoca della pubblicazione del video, dopo lo scandalo, i grandi network di pagamento - Visa, Mastercad, PayPal - avevano negato il loro servizio a WikiLeaks e bitcoin era così diventato l’immediata alternativa. Ad Amsterdam ha parlato Stella Assange, moglie di Julian:
Bitcoin sta cercando di combattere la censura in modo molto simile a come lo ha fatto WikiLeaks, utilizzando la crittografia. Julian è stato un incredibile pioniere e ha cambiato il modo di fare giornalismo. Julian era un cypherpunk, un crittografo e aveva capito che le principali redazioni giornalistiche non avevano idea di come proteggere le loro fonti quando operavano su Internet.
Libertà dalla spirale debitoria: Greg Foss, professionista con oltre 30 anni di esperienza nei mercati obbligazionari, ha spiegato come l’economia contemporanea sia un vera e propria truffa. Per renderla sostenibile, ha detto, il Pil mondiale dovrebbe crescere del 12% l’anno. Non avendo a tali ritmi siamo obbligati a indebitarci ulteriormente e questo fa aumentare gli interessi, cosa che rende la percentuale di crescita necessaria ancora maggiore. Secondo Foss la spirale debitoria in cui viviamo è un vero e proprio schema Ponzi e Bitcoin è l’unico modo per liberarcene.
Dagli effetti della disinformazione: nel panel Bitcoin's Media Problem Jemima Kelly - giornalista del Financial Times nota per aver pubblicato numerosi articoli contro Bitcoin ricolmi di inesattezze tecniche - ha detto che “Bitcoin non può essere separato dal mondo critpo, quindi non è scarso” e che non può essere considerato lo standard perché “ci sono criptovalute con caratteristiche migliori: Monero, per esempio, è più privato”. Alla prima affermazione ho risposto su Bitcoin Magazine, la seconda è tecnicamente sbagliata, come ha già spiegato Giacomo Zucco. Fortunatamente Bitcoin non dipende da ciò che viene scritto sulla tecnologia, non subisce la propaganda esterna come, per esempio, quella ambientalista. A differenza di ogni altra criptovaluta - che per via della natura centralizzata deve prestare attenzione all’opinione pubblica per prosperare - si disinteressa di Bitcoin Train così come si disinteressa del Financial Times e va avanti, un blocco alla volta, ignorando il rumore di sottofondo.
Dai regimi: insieme ad Alex Gladstein ha parlato Leopoldo López, leader dell’opposizione venezuelana contro il regime comunista di Nicolás Maduro.
Usare Bitcoin per molte persone è un lusso, una scelta tra le tante. In posti come il Venezuela - dove la stragrande maggioranza della popolazione non ha un conto in banca e non ha accesso ad alcuna alternativa - Bitcoin è un’alternativa che le persone possono adottare per avere accesso a finanziamenti e per trasferire denaro.
Secondo i dati mostrati durante l’intervento, nel 2021 il 10,3% della popolazione venezuelana deteneva criptovalute.
3 - Serve più coinvolgimento
Dei 6.000 partecipanti attesi inizialmente da Bitcoin Magazine, l’affluenza complessiva è stata di solamente 3.500 persone. Un bene per la location - che sarebbe stata inadatta a ospitare il doppio dei presenti - ma un dato che porta a una critica doverosa. Se da un lato il livello di speech e panel era basilare e quindi accessibile anche ai meno esperti, dall’altro la conferenza non è stata adeguatamente pubblicizzata.
Siamo nel pieno di un mercato ribassista che ha fatto calare non poco l’attenzione su Bitcoin ed è dunque comprensibile una diminuzione dell’interesse che, piaccia o meno, è ancora molto legato all’andamento del prezzo. Proprio per questo motivo mi sarei aspettato una città ricolma di cartelli pubblicitari e attività parallele alla conferenza. Dopotutto, a Milano il Salone del Mobile è così popolare proprio perché anche chi si disinteressa di design si imbatte spesso negli eventi del Fuorisalone girando per la città. Purtroppo non ho visto quasi nulla di tutto questo ad Amsterdam. Nessun evento e pochissimi flyer pubblicitari sparsi qua e là. Se l’obiettivo era quello di fare onboarding di più curiosi possibili, l’approccio è stato sbagliato.
Detto ciò, Bitcoin Amsterdam non è un fallimento. Vanno fatti i complimenti a Bitcoin Inc. per la prima organizzazione di una grande conferenza pop Bitcoin-only. La speranza, per il prossimo anno, è che anche dal resto della città i curiosi possano essere attratti più efficacemente.
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Qual è il miglior signing device - più conosciuto come hardware wallet - per conservare i propri satoshi a lungo termine?
Per non delegare la responsabilità della custodia a terze parti, come gli exchange, è necessario proteggere autonomamente le proprie chiavi private e il modo più sicuro per farlo è offline. Per questo sono nati i signing device: dispositivi privi di connessione Internet studiati appositamente per proteggere le chiavi private.
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Online su YouTube la live di lunedì scorso con Massimo Musumeci
Di seguito la nuova puntata dei video-approfondimenti live dedicati al tema della settimana di Bitcoin Train sul canale YouTube di Massimo Musumeci, fisico, ricercatore Bitcoin ed esperto di privacy e sicurezza informatica. Questa settimana, prendendo spunto dalla fermata #52, si è parlato Ross Ulbricht e di Silk Road. Appuntamento a lunedì 17 ottobre ore 17:00.