Fermata #97 - Ecco le shitcoin su Bitcoin
Le commissioni per le transazioni sulla blockchain di Bitcoin sono alle stelle per lo scoppio della febbre dei token BRC-20. Qualcuno grida alla fine di tutto. Facciamo chiarezza
Bitcoin è morto. Di nuovo. Ed è colpa delle shitcoin.
Non è una sentenza. E’ la legittima preoccupazione di molti utenti alle prime armi che, alla vista di commissioni di transazione particolarmente alte, si sono allarmati.
Il problema però esiste davvero: negli ultimi giorni le commissioni per i pagamenti on-chain sono alte, nell’ordine dei 2-3 dollari - ma con picchi fino a 20-30 dollari - se si intende vedere la transazione confermata nel giro di 10-20 minuti1.
Se da un lato è vero che questo è il futuro che attende Bitcoin - pagamenti di piccola e media entità che verranno eseguiti in gran parte sul Lightning Network, con solo grandi transazioni di settlement sulla timechain - dall’altro è anche vero che a quella fase non siamo ancora arrivati. Lightning è utilizzato molto poco ed è in continuo sviluppo. Ci troviamo a tutti gli effetti in un lungo periodo di transizione. Vedere commissioni così alte per transazioni classiche, quindi, dà fastidio a tanti.
Cos’è che sta attirando una tale domanda di pagamenti da innalzare così tanto il prezzo delle fee? Le shitcoin su Bitcoin.
Vi ricordate quando, nella fermata #71, vi parlai della distinzione tra il termine Bitcoin, con iniziale maiuscola, e bitcoin, con iniziale minuscola? Oggi è bene tenere a mente questa differenza: Bitcoin, lettera maiuscola, indica il protocollo tecnologico; bitcoin, lettera minuscola, il token nativo del protocollo.
Ebbene, è possibile generare altri token sulla rete Bitcoin, lettera maiuscola.
Se pensate che sia colpa di RGB, quel protocollo che consente l’emissione di token su Bitcoin di cui ha parlato Federico Tenga, uno dei suoi sviluppatori, proprio nella fermata #71, vi sbagliate. Oggi parliamo delle imitazioni dei ben più noti token ERC-20 di Ethereum, i token BRC-20 su Bitcoin.
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I token BRC-20
A inizio marzo uno sviluppatore conosciuto su Twitter con lo pseudonimo Domo ha pubblicato il protocollo “BRC-20” definendolo un “divertente standard” per “sperimentare la fungibilità dei token su Bitcoin tramite la teoria degli Ordinals”. Sotto al titolo BRC-20 ha consigliato agli interessati di “leggere ogni parola” prima di “fare un test” perché "questi token saranno inutili” e vanno utilizzati a “proprio rischio e pericolo”.
L’idea è quella di sfruttare le inscription che, come spiegato nella fermata #80, sono rese possibili dagli Ordinals. I dati delle inscription vengono salvati nel campo witness della transazione2 e lo stesso accade per i token BRC-20. Eseguendo delle inscription - e dunque delle vere e proprie transazioni Bitcoin - diventa possibile generare, emettere e trasferire token.
Perché BRC-20 venisse alla luce non si sono rese necessarie modifiche a Bitcoin. La rete continua a funzionare normalmente senza accorgersi di cosa le sta accadendo intorno. Quella dei token BRC-20, così come quella degli Ordinals, è una convenzione costruita sopra a Bitcoin che dà valore a dei dati arbitrari inseriti nel campo witness di transazioni comuni: transazioni che sarebbero valide anche senza quei dati.
Un’analogia
Supponiamo che sulle banconote da 5 euro vengano disegnati a matita dei simboli rappresentanti dei token. Alice ha una banconota con il disegno di una lampadina e il numero 1000: questo significa che, per tutti coloro che riconoscono la convenzione e dunque la validità di quel disegno, Alice detiene 1000 token $LPD.
Passando quella banconota a Bob, Alice effettua una vera e propria transazione da 5 euro che va a buon fine indipendentemente dai disegni che riporta il pezzo di carta. A quel punto per il “sistema euro” è avvenuto un pagamento tradizionale ma per “sistema token” è avvenuta anche una transazione di $LPD. Se Bob conosce e considera di valore quel disegno - verosimilmente in base al prezzo di mercato del token - allora potrà conservare la banconota o venderla al miglior offerente. Altrimenti può decidere di prendere la gomma e cancellare il disegno: per il “sistema euro” non cambia nulla.
Il rapporto tra il protocollo Bitcoin e i token BRC-20 è molto simile:
Ogni volta che un token viene creato viene effettuata una transazione Bitcoin con un’inscription;
Ogni volta che una data quantità di quel token viene generata viene effettuata una transazione Bitcoin con un’inscription;
Ogni volta che una data quantità di quel token viene trasferita viene effettuata una transazione Bitcoin con un’inscription.
La febbre da token e l’esplosione delle commissioni
Un paio di mesi dopo l’introduzione di BRC-20 è partita la febbre da token, in particolare nelle prime due settimane di maggio.
Molti noti influencer, che da anni si occupavano di Ethereum per la sua capacità di supportare token con il protocollo ERC-20, si sono riversati su Bitcoin dando grande visibilità ad altri prodotti, tra cui meme-token come $PEPE.
I lettori più attenti potrebbero ricordarsi che Rare Pepe è stata la più nota collezione di NFT su Bitcoin fin dai tempi di Counterparty, nel 2015. Proprio quella rana, famosa per i meme, è diventata la rappresentante del terzo token BRC-20 più capitalizzato sul mercato: $20 milioni. Una speculazione non diversa da quella che per mesi ha caratterizzato Dogecoin e che ha portato la capitalizzazione di mercato dei BRC-20 a toccare, il 9 maggio, il miliardo di dollari.
L’effetto del riversamento in massa di speculatori e shitcoiner su Bitcoin è presto detto: domanda di transazioni alle stelle e, di conseguenza, commissioni alte. L’8 maggio il prezzo medio delle commissioni era di $30,91 e per la prima volta nella storia il loro valore in un blocco, il numero 788695, ha superato quello del block reward.
Questo fattore ha reso molto più costosi tutti quei meccanismi che richiedono transazioni on-chain come l’apertura e la chiusura di canali Lightning, il CoinJoin e gli Swap.
Come ogni classico schema di pump&dump di un qualunque prodotto che non abbia alcun caso d’uso al di là di quello speculativo, in tre giorni la capitalizzazione dei token è passata da un miliardo di dollari a meno di 500 milioni.
Tutti gli investitori - anche perché avvertiti dallo stesso ideatore del protocollo - sanno benissimo che questi prodotti non rispondono ad alcuna esigenza e, dunque, non hanno alcun valore. Eppure nei giorni scorsi in tanti si sono spinti a generare e inviare nuovi token tramite transazioni Bitcoin dal controvalore di pochi centesimi di dollaro, pagando diversi dollari di fee. In breve, il valore in bitcoin inviato in molti casi era inferiore a quello della commissione, per il fatto che la transazione nel campo witness conteneva dei token BRC-20.
Tra molti esperti lo scetticismo ha regnato. Al di là della speranza di pochi di arricchirsi, rivendendo i token a un prezzo superiore a quello delle commissioni, dove sta l’incentivo economico in una decisione simile?
Francis Pouliot, fondatore dell’exchange canadese Bull Bitcoin, sostiene che esista “un payoff segreto al di fuori della rete”.
Il lato oscuro della moda BRC-20: ego e truffa
Perché utilizzare i token BRC-20 pagando commissioni così alte, quando protocolli come RGB o Taro consentirebbero di fare la stessa cosa scrivendo una quantità di dati molto inferiore sulla timechain e, dunque, diminuendo i costi?
Forse perché un mancato innalzamento dei prezzi delle transazioni non genererebbe un dibattito sufficientemente animato e la visibilità di soggetti come Udi Wertheimer ed Eric Wall, da sempre interessati a promuovere altcoin per il bene delle proprie tasche e leader indiscussi tra i fan degli Ordinals, non ne gioverebbe abbastanza. Di certo non li porterebbe a partecipare a Twitter Space organizzati dai gestori del wallet Ordinals, il più utilizzato per le inscription, in cui viene persino avanzata la provocazione di aver “rotto Bitcoin”.
Lo sviluppatore Peter Todd ha sostenuto su Twitter che la generazione di nuovi token BRC-20 sia “intenzionalmente inefficiente” per far innervosire i massimalisti.
A volte ritornano: i big-blocker
Quale potrà mai essere la soluzione se le commissioni sono alle stelle?
Ma certo! Aumentare la capienza dei blocchi di Bitcoin. Come se non ci fosse stato un dibattito pluriennale, in un periodo divenuto noto come Blocksize War, da cui risultò evidente come un aumento della dimensione dei blocchi avrebbe portato a una centralizzazione della rete.
Da notare anche la tweet-storm organizzata per spingere gli utenti a spostarsi su Bitcoin Satoshi’s Vision, la versione-truffa di Bitcoin firmata Craig Wright descritta nella fermata #54. In pochi giorni sono comparsi centinaia di tweet che riportavano tutti la stessa frase: “BTC è inutilizzabile, perché non usare qualcosa di diverso come BSV?”
Insomma, l’estensivo uso di Ordinals, inscription e token BRC-20 si è rivelato, come sembrava fin dall’inizio ai più scettici, un attacco mirato a Bitcoin per promuovere qualche alternativa truffaldina. L’esito, tuttavia, non è stato dei migliori per gli attori malevoli: l’innalzamento delle commissioni ha fatto accorgere alcuni grandi player dell’opportunità di implementare il Lightning Network. Il più grande exchange al mondo, Binance, lo ha annunciato l’8 maggio dopo essersi visto costretto a mettere in pausa i prelievi per il prezzo delle transazioni.
Contrattacco o stasi?
La community di Bitcoin, come solito quando qualche metrica è sopra le righe, si è allarmata. Come provare risolvere la situazione?
Le idee sono innumerevoli: qualcuno propone ai proprietari di full-node di iniziare a rigettare le transazioni Taproot non-standard con dei filtri anti-spam (ricordo che le inscription sono transazioni di tipo Taproot); qualcuno desidera tornare all’epoca pre-SegWit per eliminare la possibilità di scrivere dati arbitrari sulla timechain a commissioni scontate; altri invocano persino un soft-fork.
Chi invece si affida agli incentivi di mercato è fiducioso che i costi per portare avanti l’attacco spam siano superiori ai benefici e, quindi, suggerisce la stasi. Il miglior intervento in questo senso l’ha fatto su Twitter Dylan LeClair, analista di Bitcoin Magazine.
Il vostro desiderio intrinseco di intervento umano in ogni momento è esattamente ciò che Bitcoin ha risolto, per favore state zitti.
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Online su YouTube la live di lunedì scorso con Massimo Musumeci
E’ online il nuovo video-approfondimento dedicato al tema della settimana di Bitcoin Train sul canale YouTube di Massimo Musumeci, fisico, ricercatore Bitcoin ed esperto di privacy e sicurezza informatica.
Questo lunedì si è parlato dello stato preoccupante dell’economia tradizionale, partendo dagli indicatori americani. Appuntamento a lunedì 15 maggio!
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