2017: "Bitcoin dimostra quanto sia grande la domanda di riciclaggio di denaro nel mondo".
2020: “Bitcoin non è un bene reale. Non ha un valore intrinseco. Non è garantito da nulla".
2022: “Bitcoin è troppo volatile per essere un investimento sicuro”.
Queste dichiarazioni appartengono tutte a Larry Fink, l’amministratore delegato del più grande asset manager al mondo: BlackRock.
Una posizione così drastica renderebbe lecito aspettarsi che il fondo con 10 mila miliardi di dollari in gestione evitasse di fare affari con bitcoin. Ma, come dicono oltremanica, follow the money.
Gli incentivi economici implicati dalla creazione di Satoshi Nakamoto fanno gola anche agli investitori istituzionali che, evidentemente, hanno bussato a più riprese alle porte di Larry Fink per chiedere uno strumento che potesse esporli al prezzo della criptovaluta.
Lo scorso 15 giugno, BlackRock ha depositato presso la SEC la richiesta formale di istituzione un prodotto che ha tutte le sembianze di un ETF spot1 su Bitcoin: l’iShares Bitcoin Trust. Qualora il regolatore dei mercati finanziari americani lo approvasse, sarebbe il primo del suo genere negli Stati Uniti e costituirebbe un veicolo d’accesso fondamentale per i capitali istituzionali d’oltreoceano.